Mons. Cerrato incontra il Card. Bertone in occasione delle Cresime

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ROMANO CANAVESE «L’abbraccio che ho dato al Sindaco ed al prevosto, ritenetelo un abbraccio dato ad ognuno di voi.» Con queste parole Monsignor Cerrato, nuovo Vescovo di Ivrea, ha voluto salutare le tante persone che domenica mattina hanno partecipato alla celebrazione della Santa Messa officiata, in occasione delle Cresime, dal Segretario di Stato Vaticano, il Cardinale  Tarcisio Bertone. Ad accogliere il nuovo Vescovo, il primo cittadino di Romano, Oscarino Ferrero,  che ha rivolto il proprio benvenuto a nome dell’intera comunità romanese. «Gente operosa e tranquilla, un tempo dedita al lavoro dei campi, poi passata alla fabbrica ed ora pressata da questo grave periodo di crisi, in cerca di una strada per creare i presupposti di un nuovo possibile sviluppo con il turismo, l’artigianato e la riscoperta della propria vocazione agricola. Una strada ancora lunga e faticosa, ma la nostra speranza e il nostro impegno sono grandi. Appena nominato Vescovo della nostra Diocesi, Lei si è rivolto a tutti noi canavesani chiamandoci amici. Tutti quanti siamo desiderosi di condividere la sua paterna amicizia, perché in questo momento di incertezza,  l’attenzione di un padre e di un amico ci potranno essere di stimolo per non perderci di fronte alle difficoltà.»
Il saluto, dunque di don Jacek, che nel dare il benvenuto a Monsignor Cerrato ha voluto ricordare la visita del Santo Padre Benedetto XVI, a Romano Canavese, terra natia del Cardinale Bertone. «Una visita scritta nella storia di questa chiesa – ha detto – e che rafforza il cuore di ciascuno di noi e oggi siamo contenti di accoglierla  come colui che viene nel nome di Cristo Gesù. Una comunità che accoglie il suo pastore è certa di vivere del suo stesso respiro, della sua stessa forza.» E nel rivolgersi al Segretario di Stato Vaticano, ha aggiunto: «Prima di presentare i ragazzi a nome della comunità (Claudio, Valentina, Giuseppe, Beatrice, Martina, Alfonso, Simone, Roberto, Mirko, Marta, Claudio, Davide.), le diciamo grazie, un grazie che parte dal profondo del cuore. La sua presenza ci arricchisce, ci incoraggia, e ci aiuta a guardare oltre. Il 30 maggio 1943 in questa chiesa anche lei ha ricevuto il sacramento della Cresima ed oggi come primo collaboratore del Santo Padre viene per confermare tutti noi nella fede.»
Per Monsignor  Cerrato la gioia di essere a Romano per porgere l’omaggio dell’intera Diocesi al Cardinale Bertone, occasione di gioia, ha sottolineato, «anche per salutare tutti voi, in questa chiesa che non immaginavo così bella e così grande.»
Ed è proprio dalla data del 30 maggio 1943 da cui è partito il ricordo del Cardinale Bertone, quando ricevette la Cresima per mano del Vescovo di Ivrea, Mons. Paolo Rostagno: «In piena guerra – ha ricordato –  un tumulto di sentimenti, e di trepidazione, ma anche con la speranza di uscire da quei momenti terribili di conflitto.» Da qui l’invito a mettersi in ascolto della parola di Dio. «Non solo in un ascolto fisico – ha detto il Cardinale – ma in un ascolto che coinvolga il cuore, faccia vibrare i sentimenti, che interiorizzi ciò che si sente, che memorizzi anche per il futuro.» E l’invito ad amare il prossimo. «Affrontare i problemi del bene comune, risolvere questa terribile questione economica, vuol dire soprattutto pensare agli altri. Lasciamoci conquistare dalla forza del comandamento dell’amore verso Dio e verso il prossimo, facciamoci propagatori dei valori umani e spirituali, trasmettiamo agli altri ciò che le generazioni precedenti ci hanno trasmesso. Il vero cristiano non può non sentire in se la fierezza della responsabilità di farsi testimone dell’amore di Dio e del prossimo.» Ed è nel riportare la frase di uno scrittore italiano comparsa di recente su di un giornale che diceva che “la più grande disperazione di una società è quella di pensare che essere onesti sia inutile” che il Cardinale Bertone ha concluso: «Non è vero. Essere onesti è la forza più grande per rinnovare la società; è la prima forza e non è mai inutile. Coltivate l’onestà di vita, la vostra amicizia con Gesù, ed è bello vedere questa Assemblea liturgica che riempie la nostra chiesa e che vibra nella preghiera e nel canto.”

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