1^ Maggio unitario a Rivarolo Canavese

RIVAROLO – «Quest’anno abbiamo optato per una formula unitaria: festeggiare tutti assieme la Festa dei Lavoratori.» Ha introdotto così Luca Cortese (Uil), dopo l’esibizione della Società Filarmonica, il discorso del 1 Maggio, a tema “Priorità Lavoro e Welfare”, che ha visto i Sindaci dei comuni dell’alto Canavese (Rivarolo, Cuorgnè, Castellamonte, Pont e Ivrea) e i Segretari di Cgil, Cisl e Uil, tutti riuniti in piazza Litisetto a Rivarolo Canavese.
«Mi rendo conto che in questo momento storico – ha affermato il Commissario Straordinario Massimo Marchesiello, facendo “gli onori di casa” – dove il tasso di disoccupazione giovanile è altissimo, sia difficile festeggiare il Lavoro. Di lavoro si muore. Se prima le morti avvenivano per incidenti sul lavoro, adesso avvengono anche perché si ha perso il lavoro o perché non lo si trova. Nella società – ha concluso Marchesiello – il lavoro è un diritto, ma anche un dovere morale.»
A testimonianza di situazioni difficili, due lavoratori iscritti a due delle sigle sindacali presenti: Pietro Grisolia, Fit Cisl, dipendente di Asa, e Luigi Campobello, Filcam Cgil, de Il Gigante.
Grisolia ha rimarcato la situazione in cui verte Asa, mentre Campobello ha sottolineato: «Il lavoro è un diritto, e non una fortuna. In questo primo maggio un augurio che il lavoro riprenda, che si possa lavorare con la serietà e l’onestà sia del lavoratore che del datore di lavoro. Che le aziende vedano i dipendenti come risorse e non come costi, e che possano produrre, ma non a discapito del lavoratore.»
L’ultimo intervento, a nome di tutte le sigle sindacali, è stato quello del Segretario Cisl, Sergio Melis: «Il territorio Canavesano ha bisogno di essere risollevato – ha detto – ha bisogno di progettazione e nuove idee per lo sviluppo. Per fare ciò è impensabile sospendere i trasporti ferroviari come invece è stato ventilato di recente. I servizi Sanitari Ospedalieri – ha concluso Melis – hanno bisogno di essere riformati, ma non chiusi. Il nostro Canavese chiede attenzione, perché si merita un futuro.»