Bilancio di Ivrea: la relazione di Capirone

IVREA – «È un bilancio che si fa carico delle pesanti riduzioni dei trasferimenti dello Stato degli ultimi anni ed è fortemente vincolato dalla restrittiva normativa nazionale che limita l’autonomia regolamentare dei Comuni in materia di finanza locale.»
Di seguito la relazione presentata dall’Assessore Capirone nel corso della seduta consiliare. 

Signore Consigliere e Signori Consiglieri,
mi rivolgo a Voi in questa seduta del Consiglio Comunale consapevole di portare alla Vostra approvazione un bilancio di previsione che inasprisce in modo significativo la pressione fiscale sui Cittadini e sulle Imprese che risiedono, abitano, svolgono la propria attività o possiedono immobili nella nostra Città.
Vi prego di credere che l’inasprimento fiscale non dipende dalla volontà di questa Amministrazione ma da scelte fatte a livello nazionale.
Noi siamo consapevoli che l’aumento dell’imposizione fiscale in questo momento di grande difficoltà contribuisce a peggiorare e a prolungare la crisi.
Non cerchiamo alibi, ma vogliamo che sia chiaro che cosa pensiamo e che cosa siamo costretti a fare, nostro malgrado, per mantenere in equilibrio i conti.
Sono ormai alcuni anni che molti amministratori locali lanciamo un grido dall’allarme spesso nell’indifferenza delle forze sociali e politiche.
Ora credo che con il bilancio 2013 siamo arrivati ad un punto di rottura perche’ penso che la situazione per le amministrazioni, per i cittadini e per le imprese non sia piu’ sostenibile.
Perdura il contesto di crisi iniziato nel 2008 che sta mettendo a dura prova l’economia del nostro territorio già ridimensionata in precedenza.
Prosegue, a livello nazionale, il risanamento dei conti pubblici in una dinamica che penalizza in particolare gli Enti Locali.
Il livello Regionale non rappresenta più una fonte di finanziamento per le attività dei comuni.
La Provincia, in fase di soppressione, non è più nei fatti un interlocutore in grado di supportare i Comuni.
Per un’amministrazione locale operare in questo contesto è particolarmente complesso e le scelte che gli amministratori sono chiamati a fare non possono che essere dolorose.
Quello che abbiamo portato in approvazione è un bilancio che si fa carico delle pesanti riduzioni dei trasferimenti dello Stato degli ultimi anni.
Non avremmo mai voluto inasprire ulteriormente l’imposizione fiscale sui cittadini di Ivrea in questa fase di perdurante recessione, anzi avremmo voluto alleggerire il carico fiscale per dare fiato all’economia locale e contribuire al rilancio dei consumi.
In sostanza, pur essendo riusciti ad non aumentare la spesa, abbiamo dovuto aumentare la pressione fiscale in conseguenza agli ulteriori tagli Stato.
Tutto ciò è estremamente spiacevole, ma inevitabile.
I tagli dello Stato che abbiamo dovuto compensare sul 2013 sono di quasi 1,6 Milioni, risorse che, data la rigidità della spesa, oltre che attraverso un ulteriore contenimento di quest’ultima, non abbiamo che potuto reperire, per 2/3 attraverso un incremento dell’Imu di circa il 13% e per la restante parte aumentando il livello di copertura dei servizi a domanda individuale.
I trasferimenti dello Stato, dal 2010 ad oggi, si sono ridotti da quasi 6 Milioni a circa 400.000 Euro. Un taglio impressionante che in gran parte si è riversato sui Cittadini e sulle Imprese.
Sottolineo che il tessuto economico eporediese sopporta un tale inasprimento fiscale senza però averne un beneficio diretto perché si tratta di risorse che nei fatti vengono assorbite interamente a livello nazionale.
Per la parte gestionale, negli ultimi tre anni, la spesa corrente del Comune si è mantenuta costante grazie a una rigorosa politica di contenimento dei costi e di spending review e ad una significativa riduzione dell’indebitamento in grado di neutralizzare gli adeguamenti contrattuali indicizzati dei servizi “esternalizzati” e i costi della “bolletta energetica”.
Ora , però, non ci sono più spazi di manovra anche in considerazione della rigidità della spesa, costituita solo da voci essenziali e per la maggior parte legate alle spese di personale, per utenze, contratti di gestione (gestione dei rifiuti, asilo, ecc…) e spesa sociale.
E’ perciò, ormai, irrimandabile una revisione della spesa strutturale che preveda una ridefinizione dei modelli di gestione e di erogazione dei servizi comunali, consenta un cospicuo risparmio e sia accompagnata da una conseguente riorganizzazione della struttura.
Analogamente, è improcrastinabile un’azione pesante e maggiormente incisiva di quanto fino ad oggi sia stato possibile realizzare, tesa alla razionalizzazione dimensionale (ulteriori alienazioni del patrimonio) e all’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare.
Nel corso dell’anno faremo, quindi, partire una nuova operazione di revisione della spesa che abbia caratteristiche strutturali, con l’obiettivo di giungere ad una sua ulteriore riduzione.
Vogliamo, poi, proseguire il tentativo di rafforzare la collaborazione con i Comuni del circondario di Ivrea in un’ottica di razionalizzare dei costi, cercando di mettere a fattor comune strutture tecniche, servizi e attività.
Nella redazione del documento di programmazione finanziaria abbiamo comunque cercato di tutelare il maggiormente possibile le fasce più deboli, confermando tutti gli sgravi per le persone in difficoltà, mantenendo tutti i servizi e contenendo nella misura più ampia attuabile  l’incremento delle tariffe a domanda individuale, così come abbiamo tentato di limitare per il massimo che potevamo le aliquote Imu e Tares che gravano sul sistema economico-produttivo.
In un quadro economico generale, negativo come l’attuale, crediamo che la Pubblica Amministrazione debba comunque cercare di tenere alto il livello degli investimenti per porsi quale volano economico capace di dare il suo contributo nell’invertire il trend recessivo: per questo abbiamo previsto una spesa in conto capitale di oltre 5 Milioni di Euro, senza ricorrere a mutui.
E’ chiaro che la spesa per gli investimenti sarà fortemente vincolata dall’incertezza delle risorse in entrata e dalle regole del Patto di Stabilità, la cui attuazione negli anni ha fatto accumulare alla Città di Ivrea una cassa mediamente superiore ai 10 milioni di euro.
Gli investimenti previsti sono finanziati con oneri di urbanizzazione, con alienazioni, con avanzo economico, con il contributo di fondazioni e in collaborazione con privati.
Preme, però, sottolineare come permanga critico, nel bilancio di previsione 2013 e più in generale nel pluriennale, il rispetto del Patto di Stabilità interno. Le spese per investimento sono state previste nel triennio, ma se rimarrà in vigore la normativa attuale, considerato il limite che la norma pone al Comune di Ivrea, queste potranno solo rimanere “previsioni”. Le regole del Patto di Stabilità, se per i prossimi anni continueranno ad essere particolarmente penalizzanti, costringeranno l’Ente a contrarre i pagamenti in conto capitale, pur avendo ampie disponibilità di liquidità.
E’ evidente che in tale modo i Comuni non possano continuare ad operare.
E’ urgente interrompere la catena per cui lo Stato riversa sui Comuni la sua incapacità di ridurre la spesa pubblica, costringendoli ad aumentare la pressione fiscale sui cittadini con un effetto deleterio e di ripercussione diretta sulle economie locali.
Ora siamo arrivati ad un punto di non ritorno e i Comuni, dal 2014, dovranno inevitabilmente ridurre ulteriormente il proprio perimetro d’azione e la quantità e la qualità dei servizi erogati.
Facciamo appello al Governo perché tale situazione venga modificata con urgenza.
Anche alla luce delle considerazioni espresse dal Presidente dell’Anci Fassino faccio, quindi, appello alle forze politiche presenti in questo Consiglio ad andare oltre alle facili speculazioni mediatiche nei confronti dell’Amministrazione di turno che è costretta ad incrementare la pressione fiscale e/o ridurre i servizi, in quanto non è una condizione specifica di questa Amministrazione e di questo Comune, ma una situazione che coinvolgi tutti i Comuni.
Anzi, Ivrea proprio per l’attenta gestione del bilancio che ha avuto negli anni si ritrova in una situazione meno drammatica di altri Enti.
Vi invito, pertanto, a fare quanto è nelle Vostre possibilità e nella Vostra qualità di Amministratori locali per alzare una voce forte e unitaria nei confronti del Governo e delle forze politiche e sociali affinché si interrompa immediatamente questo atteggiamento di eccessiva penalizzazione dei Comuni.
Ciò premesso, non voglio assolutamente limitare il confronto nel merito delle scelte di Bilancio, ma mi pare indispensabile e serio che ciò avvenga nel riconoscimento e nella corretta definizione e distinzione di quelli che sono i vincoli e quelle che sono scelte.
Deve essere chiaro che le Amministrazioni agiscono in un perimetro di scelte ormai assolutamente ristretto e limitato.
Vorrei, quindi, in conclusione di questa mia breve relazione e prima di passare all’illustrazione puntuale dei numeri del bilancio entrare nel merito di alcune affermazioni che ho visto riportate sui giornali in questi giorni in relazione al Bilancio di Previsione 2013.
Mi è parso di capire che siano state avanzate alcune richieste di rinvio dell’approvazione di bilancio.
Faccio, a tal proposito, presente che il bilancio deve essere approvato per ragioni di operatività della struttura comunale. In mancanza dell’approvazione del bilancio di previsione si rimarrebbe in esercizio provvisorio e l’apparato burocratico del Comune non sarebbe nelle condizioni di lavorare a pieno ritmo, con la conseguenza che molti lavori e attività urgenti rimarrebbero bloccati. Inoltre, non sarebbe possibile espletare alcune gare urgenti, come quella per l’appalto mensa, con un conseguente grave danno a tutta la comunità.
Capisco che la tesi del rinvio sia legittimamente sostenuta in relazione all’attesa di eventuali evoluzioni normative. A questo proposito voglio assicurare che se ci saranno delle evoluzioni normative tali da mutare il quadro attuale,  sarà nostra cura portare all’approvazione le relative variazioni di bilancio e, qualora le modifiche lo richiedessero, anche ricorrere ad una riapprovazione complessiva del bilancio, con una ridefinizione dei regolamenti e delle aliquote.
Mi preme ricordare che quando siamo stati in condizioni normative “normali” abbiamo sempre approvato il bilancio di previsione entro il 31 dicembre dell’anno precedente, come richiederebbe logicamente un documento previsionale di un esercizio. Negli ultimi due anni, nostro malgrado, ciò non è stato possibile per ragioni tecniche legate all’impossibilità di determinare le entrate, in assenza di normativa precisa. Mi auguro che fin dal bilancio di previsione 2014 si possa tornare alle buone pratiche del passato.
Ho, anche, rilevato gli appunti di alcuni consiglieri rispetto ai tempi ristretti dell’iter di approvazione del bilancio. Voglio, qui, semplicemente ricordare che nulla è stato fatto di diverso dagli anni precedenti rispetto alle tempistiche. Il bilancio ha un iter di approvazione definito da un regolamento che ne prevede i tempi e che viene applicato da anni. E’ eventualmente nella potestà del Consiglio Comunale modificarlo, introducendo tempi e regole diverse. Per parte nostra, nel primo Consiglio di settembre proporremo alcune modifiche e quella, per esempio, potrà essere un’occasione di discussione sul tema. Da parte nostra non sussiste preclusione alcuna.
Ricordo, ancora, che il bilancio di previsione è documento programmatorio e che può essere modificato attraverso variazioni di bilancio in corso di esercizio. Fin da ora dichiariamo la nostra disponibilità a un confronto con le forze di maggioranza e opposizione nel merito per definire eventuali modifiche così come, allo stesso tempo, ci dichiariamo disponibili ad un ampio confronto sul bilancio previsionale 2014 che, come già espresso,  ci auguriamo possa essere definito entro la fine dell’anno.
Vorrei, poi, essere estremamente chiaro sulla questione relativa alla definizione delle aliquote Imu e Tares rispetto alle quali abbiamo operato in base all’attuale normativa, per altro particolarmente rigida. Restiamo in attesa di eventuali variazioni normative che dovrebbero avvenire entro fine agosto ed è chiaro che, se ciò dovesse, accadere tutto l’impianto verrà rivisto secondo quanto previsto dalle nuove disposizioni.
Ribadisco, peraltro, che rispetto al bilancio 2013, stante l’attuale situazione, gli spazi di manovra sono strettissimi, in particolare in conseguenza dei pesanti tagli dei trasferimenti dello Stato che dal 2010 a oggi come già evidenziato in precedenza, ma che è bene nuovamente ricordare, sono scesi da circa 6 Ml di Euro a circa 400.000 Euro. Ed è a questi tagli che si lega l’inasprimento della tassazione e non ad aumenti della spesa, rimasta invariata dallo scorso anno.
Un ultima considerazione. Mi è parso di cogliere che alcune critiche venissero mosse  rispetto aspetti concernenti la trasparenza del bilancio e alla disponibilità al confronto da parte dell’Amministrazione. A tal proposito voglio sottolineare che l’attenzione alla trasparenza è stata una priorità costante della nostra azione, rispetto alla quale abbiamo sempre adottato tutte le pratiche che la potessero favorire. E voglio confermare la nostra disponibilità al confronto con le forze rappresentate in Consiglio Comunale, con le parti sociali, con tutte le forme organizzate presenti in città e con i cittadini singoli e/o associati. Allo stesso tempo vorrei, peraltro, ribadire la nostra piena assunzione di responsabilità di governo che i cittadini ci hanno conferito e la nostra ferma volontà di assumere le decisioni in tempi tali da non compromettere e/o rallentare l’azione amministrativa e programmatoria. Riteniamo che il ricorso a continui  rinvii sia uno dei mali del nostro Paese ed è lungi da noi, quando sussistono le condizioni per farlo, ricorrere a tale pratica.

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