No definitivo della Provincia al progetto di fotovoltaico nella riserva della Vauda

TORINO – No definitivo della Provincia di Torino al progetto di impianto fotovoltaico nella Riserva Naturale della Vauda, così come due anni fa si era opposta alla localizzazione dell’Ikea su un’area a vocazione agricola.
Questo il risultato della procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via), competenza della Provincia su progetti regionali e nazionali, formalizzato questa mattina dalla Giunta provinciale.
Il progetto prevedeva la realizzazione di un campo a terra fotovoltaico che comporterebbe l’utilizzo di 70 ettari (pari a 112 campi di calcio) all’interno dell’area della Riserva che interessa i Comuni di Lombardore, San Francesco al Campo e San Carlo Canavese da parte della Belectric spa, che ha ottenuto la concessione d’uso dei terreni dalla Difesa Servizi spa (società del Ministero della Difesa).
«In questo caso il “no” – ha spiegato il presidente Antonio  Saitta – è motivato dal fatto che il progetto risulta essere in contrasto con le linee guida regionali, con il Piano provinciale territoriale di coordinamento e con la giurisprudenza esistente in materia in Italia. In questi mesi sia noi che Slow Food, con una lettera che portava anche le firme di Don Luigi Ciotti, Luca Mercalli, Salvatore Settis e Padre Alex Zanotelli, abbiamo sollecitato più volte il Governo, senza mai ottenere risposta. Capisco l’imbarazzo, ma questa insensibilità è un fatto grave: c’è bisogno che vengano ripensate le normative nazionali, in modo che gli enti locali non vengano lasciati soli a difendere il loro territorio. Anche per questo un eventuale ricorso della Beletric mi sembrerebbe assurdo: sarebbe come se fosse lo Stato stesso a impugnare la nostra decisione.» Una decisione, ha ricordato Saitta, sostenuta anche da una consistente parte di cittadini che in questi mesi hanno inviato oltre 2mila mail di protesta alla Provincia di Torino.
Anche l’Assessore all’ambiente Roberto Ronco ha sollecitato un intervento legislativo del Governo: «La normativa sulle energie rinnovabili è frutto dell’entusiasmo di una decina di anni fa: oggi sarebbe indispensabile arricchirla e modificarla sulla base delle esperienze concrete. Grandi impianti fotovoltaici sono possibili, e noi non siamo contrari alla loro installazione sul nostro territorio: il problema resta valutare attentamente la loro collocazione, anziché una riserva naturale il Ministero della Difesa poteva pensare ad aree dismesse, caserme, insomma tutti quei luoghi che non comportano consumo di suolo libero.»

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