Cota: “La Regione Piemonte non è fallita”

TORINO – “Oltre che sopravvivere, quello che vogliamo fare, è risanare per le generazioni future.” Così si è espresso il Presidente della Regione Piemonte Roberto Cota a margine della conferenza stampa che si è svolta venerdì mattina in Regione, alla presenza, dell’Assessore alla Sanità Monferrino e dell’Assessore al Bilancio Quaglia, indetta a seguito delle notizie riguardanti gli approfondimento della Commissione Parlamentare e della Corte dei Conti sul bilancio della Regione, “arricchite” dall’affermazione fatta dallo stesso Monferrino secondo cui “la regione è tecnicamente fallita”.
Essenzialmente tre gli argomenti trattati: la relazione della Corte dei Conti, il buco di 900 milioni di euro per il quale si paventerebbe il commissariamento della Sanità e come la Regione Piemonte intende muoversi.
La volontà da parte del Presidente Cota, slide alla mano, di chiarire dati che anche se forniti ampiamente, ha commentato lo stesso Cota, “tornano, a fasi alterne a far parlare di sè, seppur presentati ufficialmente al Governo e forniti alla stampa. Insomma, nulla di segreto o di non comunicato”. Inutile dire che i problemi esistono, specie se si pensa che la Sanità impegna l’82% del Bilancio Regionale, e alla luce dei tagli da parte del Governo centrale. Certo non basta la  relazione della Corte dei Conti, da cui si evince che le voci di spesa, sempre in crescita fino al 2010, sono oggi in riduzione (dal 2011), a far tirare un sospiro di sollievo; significa che le operazioni di rientro hanno dato un contributo di efficienza dopo anni di risalita: dalle spese del personale (dai 2 miliardi e 802 milioni di euro del 2008, ai 2 miliardi 905 milioni del 2009, ai 2 miliardi 954 del 2010 per finire con i 2 miliardi 909 del 2011), alla spesa farmaceutica, a quella dell’acquisto di beni e servizi, consumo di risorse per LEA (prevenzione, territoriale, ospedaliera), totale costi di produzione. Dalla relazione si evidenzia inoltre che il saldo mobilità attiva-passiva è nullo. Uno sguardo, dunque, ai debiti della Regione verso le Asr a bilancio regionale, ed ai crediti Asr verso la Regione. E’ stato sottolineato come nel 2011  il debito della Regione verso le Asr sfiora il miliardo e 800 milioni, mentre i crediti Asr verso la Regione è di quasi 2 miliardi 800 milioni. Numeri preoccupanti che indicano la difficoltà che la Regione ha avuto nell’alimentare il finanziamento verso le aziende sanitarie. Uno dei problemi, questo, ritenuto tra i più gravi, “perché va ad uccidere il sistema dei fornitori.” Riassumendo, dall’esame dei bilanci Asr – bilancio regionale emerge che nel biennio 2006-2007 (e solo in questo) la Regione ha cancellato impegni verso Asr per 900 milioni di euro. Ciò ha costretto le Asr ad un aumento abnorme dei debiti verso i fornitori, vista la difficoltà di ricorrere ad altri finanziamenti. E circa l’affermazione “La Regione è fallita” Cota ha aggiunto: “C’è la necessità di riportare complessivamente il bilancio della Regione Piemonte secondo criteri diversi da quelli adottati negli anni passati, anche perché oggi ci dobbiamo misurare con ridotti trasferimenti da parte dello Stato e con la riduzione del gettito dei tributi regionali. Non è che la Regione è “fallita”, ma occorre con maggiore decisione mettere a fuoco il nostro programma. Così la Regione la salveremo. Operazioni tampone capaci di portare un minimo di sollievo non servono a nulla se non sono accompagnate da una variazione strutturale, e gli sforzi di cambiamento strutturali sono necessari perché dobbiamo rispondere a tutto un sistema produttivo regionale che non può più non avere risposte concrete, che si inseriscono nell’attuale quadro economico. In esame quindi l’andamento storico per quanto riguarda le entrate e uscite della Regione Piemonte: La posizione finanziaria netta effettiva della Regione è di quasi 10 mld di euro; tale posizione si è generata per un costante sbilancio di entrate ed uscite negli anni; nel 2011 si è avviato un processo di correzione basato su riduzione delle spese (Regione+ sanità). “Si è speso più di quanto si introita – ha continuato Cota – La Regione deve invertire rigorosamente la marcia. Abbiamo ridotto questo sbilanciamento, non si può fare tutto in un giorno, ma spendere più di quanto si incassa è una posizione che la Regione non può più permettersi. Attiveremo in maniera dura, puntuale, inflessibile, la Riforma Sanitaria. Per gestire l’attuale situazione dobbiamo rimodellare la struttura sanitaria, poi andremo a rivedere le erogazioni sulle aree non prioritarie e i costi di finanziamento della macchina regionale. Nei prossimi giorni presenteremo il nostro piano. Abbiamo intenzione di dismettere tutto ciò che non è strategico per  consentire di creare un avanzo di gestione. In sintesi: intendiamo portare avanti con decisione il nostro programma di riforme, che è necessario nell’interesse di tutti i piemontesi.”
E sullo “smantellamento” di alcuni ospedali, ha aggiunto: “Per fare le cose serie occorre lavorarci sopra; una progettualità che è stata completata sulle aree delle 6 federazioni. Ne verrà informata la 4^ Commissione e quindi reso noto il piano.” Quel che è certo è che le strutture ritenute sotto una soglia minima in termini di attività e sicurezza, verranno chiuse. “O ci rendiamo conto dei problemi della sanità – ha detto l’Assessore Monferrino, o è finita. Ma se abbiamo il coraggio di cambiare daremo maggiore sicurezza ai cittadini.” E per quanto riguarda la mobilità del personale, è stato sottolineato come la revisione della rete ospedaliera abbia un senso solo se si utilizza personale da strutture dove c’è un esubero a quelle dove c’è carenza. “E’ stato aperto un tavolo di negoziazione con i sindacati – ha concluso Monferrino – Ho trovato una grande disponibilità a discutere sull’argomento, grande disponibilità e coscienza di capire la situazione in cui stiamo vivendo. Ci faremo carico di evitare di gestire in modo non equo eventuali spostamenti.”

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