Malerba (Fiom Cgil) sul Min. Passera

Sulla scia delle dichiarazioni comparse di recente sui giornali, secondo cui Ministro Corrado Passera si potrebbe interessare alla crisi del Canavese, territorio al quale sarebbe particolarmente legato, e che il suo ministero ha già contribuito a “frenare” le crisi industriali della Agile di Ivrea e della Compuprint di Leinì, è intervenuto Lino Malerba della Fiom Cgil Torino, che ha sottolineato: «Non discuto del legame affettivo di Passera col territorio. Credo però che moltissimi canavesani  più che come affezionato ed esemplare cittadino,  lo ricordino nei primi anni novanta come il massimo dirigente Olivetti e teorico dello “spezzatino”  che ha portato nel giro di pochi anni alla dissoluzione del secondo grande gruppo privato italiano e alla perdita di migliaia di posti di lavoro. A parte questo, tengo però a sottolineare due cose  riguardo alle importanti crisi che secondo Passera il suo Ministero dello Sviluppo Economico avrebbe “frenato”.
Della Compuprint sono anni che non abbiamo avuto nessuna possibilità di discutere al Ministero dello Sviluppo Economico. Dopo il completamento della vendita a Compuprint delle attività della ex  Finmek di Caluso (lontano 2009) il Ministero non si è voluto  interessare della successiva delocalizzazione delle produzioni  e dello storico marchio in Cina e Romania. Lo scorso anno, le nostre ripetute richieste di incontro al ministero dello Sviluppo Economico, all’epoca guidato da Paolo Romani, sono rimaste lettera morta. Così nell’assenza dello Stato la Compuprint  ha cessato quasi completamente la sua attività e se oggi 40 persone ancora lavorano col timore per il futuro, altri 230 lavoratori sono in cassa integrazione ed a fine giugno prossimo saranno tutti brutalmente licenziati. Mi chiedo cosa abbiano raccontato al Ministro i suoi fidi collaboratori…
Per la Agile, è vero, al tavolo ministeriale è stato trovato un acquirente, la TBS IT,  che ha assunto  finora meno di 300 persone su 1300 dipendenti in Italia ed a Ivrea ne sono stati assunti una quarantina, mentre un centinaio restano in cassa integrazione.  Il problema  anche in questo caso è che il Ministero e Passera, chiamato personalmente in causa, non si sta assolutamente interessando di come finirà la storia di TBS IT  ne di cosa accadrà a quei 1000 ancora in cassa integrazione.  A gennaio si era impegnato a collocarne 300 in mobilità verso la pensione, ma la riforma Fornero ha fatto saltare questa ipotesi. Il Ministero si era impegnato ad attivare un programma di ricollocazione con fondi europei, ma a distanza di 10 mesi non è stato ancora autorizzato. Il Ministero si era impegnato a supportare la TBS IT per favorire il riassorbimento di altre centinaia di lavoratori nei prossimi tre anni, ma di Passera neanche l’ombra. I sindacati nazionali dei metalmeccanici hanno da tempo richiesto un incontro al Superministro perché non è tollerabile che gli impegni non vengano mantenuti e migliaia di persone perdano il lavoro senza prospettive in assenza dello Stato. Ma dal Ministro Passera, fino ad ora, nessuna risposta  ed in questi giorni i lavoratori Agile sono costretti a scendere nuovamente: nelle scorse sono stati ricevuti dalla prefettura di Torino  per conquistarsi la dovuta attenzione del ministro, oggi presidiano la prefettura di Milano.
Non so se le dichiarazioni di Passera per finanziare un futuro “progetto di crescita sostenibile” del Canavese riportate dalla stampa siano solo parole al vento, ma di certo sarebbe più credibile se si decidesse a convocare personalmente i tavoli sulle crisi più gravi, dando risposte per una volta concrete sui problemi del presente invece di evocare interventi futuri che non si conciliano col suo Ministero oramai al termine e diventano soltanto oggetto di campagne pre-elettorali.”

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