Presentato a Verona il progetto “Vin’Alp”

Anche nel 2013 la Camera di Commercio e la Provincia di Torino hanno partecipato congiuntamente alla quarantasettesima edizione del Vinitaly di Verona. Nel pomeriggio di ieri si è tenuto un evento dedicato al tema “Montagne, alte colline, uomini e vini in provincia di Torino: le alleanze fra territori come chiave di successo”. In questo contesto è stato presentato il progetto transfrontaliero “Vin’Alp”, realizzato dalla Provincia di Torino in partenariato con il Dipartimento francese della Savoia. Ad illustrare l’iniziativa sono stati Marco Balagna, Assessore Provinciale all’Agricoltura, Montagna e Turismo; Lionel Mithieux, Vice-Presidente del Conseil Général de la Savoie; Elena Di Bella, Dirigente Servizio Sviluppo Montano Rurale e Valorizzazione delle produzioni tipiche della Provincia di Torino; Luca Rolle, docente all’Università degli Studi di Torino; Francesco Beccaria, ricercatore della Scuola teorico pratica Malva Arnaldi di Bibiana; Olivier Pasquet, geografo e storico francese. Alla presentazione è seguita una degustazione dei vini Doc delle montagne torinesi Carema, Pinerolese Ramìe e Valsusa. 
 “Il progetto Vin’Alp – ha spiegato l’Assessore Balagna – è frutto di una riflessione sulla situazione attuale del mondo del vino e sulle sue prospettive di evoluzione, in particolare per le zone alpine transfrontaliere caratterizzate, in passato, da continuità economica e sociale. Ricchi di una storia comune, i territori della provincia di Torino e della Savoia vogliono consolidare la loro cooperazione in tema di economia rurale e, in particolare, per la valorizzazione degli spazi vitati”. Aderendo a “Vin’Alp”, le comunità vitivinicole della Savoia e del Torinese si impegnano per la riconquista ampelografica degli antichi vitigni autoctoni e per l’avvio di un percorso di conoscenza storica e antropologica sull’evoluzione dei paesaggi vitati. Il partenariato transfrontaliero supporterà la candidatura dei territori montani all’inserimento della viticoltura nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco. Il progetto mira alla caratterizzazione dei “terroirs”, alla conoscenza e alla conservazione del patrimonio genetico dei vitigni autoctoni. Il territorio montano e pedemontano della provincia di Torino è storicamente ricco di una biodiversità che ha resistito nei tradizionali vigneti plurivarietali. In questi vigneti decine di varietà diverse coesistono nello stesso appezzamento e persino nel medesimo filare, ben adattandosi anche a severe condizioni pedoclimatiche. I vitigni minori sono oggetto di una riscoperta, per le grandi potenzialità che possono esprimere: il legame storico e culturale con il territorio, indispensabile per l’espressione della “tipicità” oggi molto ricercata, m anche le peculiarità viticolo-enologiche, che consentono una nuova diversificazione dell’offerta. Il percorso per la valorizzazione inizia con il recupero e la conservazione dei vitigni rari in vigneti collezione realizzati ad hoc, passando poi allo studio ed alla caratterizzazione delle performance agronomiche ed enologiche. Presso la Scuola Malva Arnaldi di Bibiana, centro di ricerca e sperimentazione agraria, sono presenti un vigneto per la conservazione di 80 vitigni minori autoctoni della fascia pedemontana piemontese e due vigneti sperimentali per lo studio delle potenzialità viticolo-enologiche degli stessi. Nell’ambito del progetto “Vin’Alp”, la collezione del germoplasma viticolo sarà arricchita con oltre 150 vitigni autoctoni dell’intero arco alpino, assumendo una dimensione transfrontaliera ed europea. Queste collezioni, oltre a rispondere alla priorità della conservazione del germoplasma, diventano importanti strumenti di divulgazione della ricchezza di biodiversità viticola e testimonianza viva e reale di questo prezioso patrimonio. La valorizzazione delle varietà locali non può però prescindere dalla conoscenza della loro potenzialità enologica, dalla caratterizzazione delle produzioni enologiche ottenute e dalla ricerca delle più appropriate tecniche di appassimento e di vinificazione delle uve. La produzione di “vini speciali”, quali passiti, ice wines, sforzati e alcolizzati (fortificati), può risultare un valore aggiunto per l’identificazione di un territorio e dei suoi vini. Le diverse modalità di appassimento delle uve nonché le diverse condizioni operative per il controllo del processo, quali la temperatura, l’umidità relativa e la velocità dell’aria, possono influenzare sensibilmente le popolazioni microbiche, la composizione polifenolica e terpenoidica e la qualità finale delle produzioni enologiche ottenibili. Il progetto intende approfondire le conoscenze sulle attitudini enologiche a produrre vini speciali di diversi vitigni autoctoni presenti nell’areale produttivo montano torinese, quali Avanà, Chatus, Nebbiolo e Malvasia moscata.

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