Primo consiglio a Ivrea: per la Ballurio Presidente “solo” 11 voti (Guarda i video)

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IVREA – Non passa l’elezione di Elisabetta Ballurio a Presidente del Consiglio Comunale di Ivrea. Al termine della votazione la Ballurio ha ottenuti 11 voti su 17. Non sufficienti ad ottenere la maggioranza dei due terzi del Consiglio.
Il Consigliere Tomaso Gilardini ha ottenuto 3 voti, 1 Maurizio Perinetti e 2 le schede bianche.
L’elezione del Presidente del Consiglio comunale verrà effettuata nel corso della prossima seduta.

IVREA – Primo Consiglio Comunale dopo le amministrative di maggio per la Città di Ivrea, che resta orfana del suo Presidente. Nulla di fatto per Elisabetta Ballurio, la “più amata” dagli eporediesi a cui il partito sembra avere voltato le spalle. Che si tratti di scelte politiche non vi è dubbio; resta il fatto che all’ex Assessore al Commercio quel posto in Giunta spettava di diritto, ma che ora in ballo ci sia anche quello della Presidenza del Consiglio sembra davvero essere troppo. A lei il Pd che avrebbe dovuto stendere un “tappeto rosso” per i risultati raggiunti al primo turno a fronte di un assenteismo dilagante, sembra fare orecchie da mercante. Eppure le voci circa una sua candidatura giravano insistenti; e allora ci si domanda chi è il “franco tiratore”?. E a fare la differenza quel voto a Maurizio Perinetti che non ha permesso alla consigliera di raggiungere i 2/3 dei consensi necessari per essere nominata: 11 anziché 12 le schede a sua favore, 1 a Maurizio Perinetti, 2 quelle bianche, 3 le preferenze a Gilardini. Difficile credere ad una mossa della minoranza, più facile pensare ad una strategia interna alla maggioranza, nonostante pochi minuti prima si fosse espressa a sua favore: «Credo sia responsabilità del Pd avanzare una proposta di candidatura che, alla luce del grande risultato elettorale conseguito, del grande bagaglio culturale ed istituzionale, dell’assoluta fiducia del gruppo, nella tutela dei consiglieri tutti, individuiamo in Elisabetta Ballurio.» Nessun pregiudizio da parte della minoranza che per voce dei suoi rappresentanti ha avanzato le proprie riflessioni. Un coro unanime nel voler conoscere, prima del voto, opinioni e valutazioni circa la volontà di apertura del consigliere indicato nei confronti dell’intero consiglio, ma non solo. Perché se è vero che un consiglio comunale raggruppa diverse forze politiche preposte a confrontarsi tra loro per il bene della Città, è altrettanto vero che ad Ivrea quel coro è rappresentato da una voce unica quella del Pd. Ne è convinto Gilardini che non ha esitato di commentare: «Constatiamo che per l’ennesima volta  il Partito Democratico si comporta come se avesse preso il 100% dei voti e propone un nome senza dare spazio ad un eventuale confronto, ma certo è in assoluta continuità con il monocolore di Giunta e di Consiglio già visto in questi anni.» Massima apertura da parte della Consigliera Ballurio, che ha risposto: «Mi auguro un consiglio comunale che possa svolgere appieno il ruolo di guida politica della città. Superfluo sottolineare il ruolo di garanzia che deve avere il presidente del consiglio a prescindere dalla parte politica a cui appartiene.» E se Elisabetta Ballurio ha conquistato il voto di Francesco Comotto che ha dimostrato pubblicamente il suo consenso, per Gilardini si tratta di una bocciatura non della persona, sicuramente in grado di interpretare il ruolo al di sopra delle parti, ma di un modus operandi che è quello di un passato che non cambia, contro il quale si è espresso negativamente anche Elvio Gambone, che alla presidenza del consiglio vede un candidato diverso, perché no magari un rappresentante della minoranza: «Non siamo una democrazia bulgara – ha commentato – ma una democrazia vera»,  mentre Tognoli ha espresso la sua astensione al voto. Facile pensare che anche il rappresentante 5 Stelle abbia votato scheda bianca. Allora chi dei suoi non ha votato la Ballurio. Certo qualcuno capace di fare velocemente i conti. L’assenso di Francesco Comotto avrebbe permesso alla Consigliera di raggiungere il quorum delle 12 schede. Escludendo, quindi, chi per la prima volta è entrato a far parte del consiglio, di nomi non ne restano molti: Della Pepa, Perinetti, Dulla, De Stefano, Olivetti, e chissà quali sorprese riserverà la prossima seduta. Al momento non resta che il giuramento del Sindaco che prima di enunciare la formula di rito ha ricordato come nella Giunta per motivazioni non direttamente dipendenti dalla sua volontà non fossero presenti tutte le forze che hanno contribuito alla sua elezione, ma che ha aggiunto: «Continueranno a partecipare alla vita della maggioranza nelle forme e luoghi che la vita politica consente, con le quali si continuerà a costruire il programma con cui è stata chiesta la fiducia agli elettori.» Quegli stessi elettori, più di 500, che ieri sera si sono sentiti presi in giro per la seconda volta.
Karen Orfanelli

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