Viva la Prima Repubblica

IVREA – Non lamentiamoci poi dell’astensionismo e della sfiducia dei cittadini nella politica.
L’Amministrazione Della Pepa, premiata alle recenti elezioni con la conferma al primo turno, riesce a raggiungere un record non indifferente: in poche settimane tre autogol inutili e dannosi:
prima il tentativo non riuscito di inserire all’interno della giunta un esponente della sinistra eporediese (Sel e Rifondazione) che non ha raggiunto i voti necessari per entrare in consiglio ma che ha contribuito in modo determinante al successo al primo turno; poi il siluramento dell’ex assessore Ballurio e la sua mancata nomina all’interno della Giunta comunale nonostante i 507 voti di preferenza portati a casa; infine, nella prima seduta di Consiglio, la mancata elezione alla prima votazione della stessa Ballurio, “deviata” sul ruolo di presidente del Consiglio Comunale.
Servivano 12 voti e la maggioranza di 11 consiglieri poteva contare sull’appoggio del consigliere di minoranza Comotto. Nonostante questo dalla maggioranza si è sfilato un consigliere che ha preferito dare il proprio voto all’ex presidente Perinetti. E il tentativo di rinnovare la politica e di ridare fiducia ai cittadini è naufragato con i metodi ed i criteri della più becera prima Repubblica.
Altro che Ivrea città della legalità e della trasparenza, come detto nel corso della cerimonia di chiusura della 9^ edizione del Testimone ai Testimoni. Qui non si riesce nemmeno a compiere il passo più banale di un consiglio comunale: la compattezza di una maggioranza alla prima e peraltro più semplice prova generale. Chissà quando si tratterà veramente di decidere!
Altro che le rivendicazioni del candidato sindaco del centro destra Gilardini che criticava il metodo del centro sinistra di decidere per sé e per tutti e di tenere tutte le cariche. Altro che le richieste di Tognoli e Comotto sul ruolo e sull’efficacia del Consiglio Comunale.
È bastato un voto in controtendenza per chiarire che i metodi sono sempre gli stessi: quelli che allontaneranno ancora di più i cittadini dalla politica.
Mario Damasio