Processo Minotauro: il Comune si costituirà parte civile?

IVREA – Il Comune di Ivrea potrebbe costituirsi parte civile al processo relativo all’Operazione Minotauro che ha messo in luce gli intrecci della ‘ndrangheta in Provincia di Torino ed in particolare in Canavese.
La decisione è giunta durante il Consiglio Comunale di lunedì sera, sulla base di una mozione proposta dal Consigliere Salvatore Rao, che ha messo in luce come alcune amministrazioni abbiano già compiuto questa scelta.
«Ci sono forti preoccupazioni sull’estensione del fenomeno criminale mafioso sul territorio e per questo serve alzare il livello di attenzione affinchè la presenza non si estenda, ma sia fortemente contrastata» ha detto Rao, che ha ribadito che «nessun comune deve ritenersi non sfiorato dal fenomeno.» Lo stesso Rao ha poi ricordato come Torino ha già scelto di istituire una apposita Commissione Antimafia ed ha proposto la possibilità di abbracciare una scelta analoga a livello territoriale «per studiare il fenomeno, fare vigilanza e prefigurare altri strumenti per avere garanzia. Una Commissione aperta alla società civile e soprattutto alle associazioni che già si muovono in questo campo.»
Il dibattito che ne è seguito ha visto i consiglieri Neri e Dulla rispettivamente interessati al tema dei costi e della necessità di considerare la costituzione di parte civile una eventualità da rapportare con i presupposti di natura tecnica e con i costi da sostenere.
L’Assessore Dallan ha ricordato come in un recente incontro dello scorso 30 maggio ad Ivrea alcuni Sindaci del territorio avevano sollecitato un a scelta simile. «Per questo abbiamo chiesto al nostro ufficio legale di valutare la proposta e la risposta verrà fornita nel corso della prossima riunione di Giunta.
Dallan ha poi posto l’accento sul fatto che i partiti avrebbero dovuto allontanare i soggetti che sono stati toccati dall’inchiesta: «Ma c’è un garantismo penoso che non lascia spazio all’etica della responsabilità.»
Secondo il Sindaco Della Pepa resta da valutare se esistono tecnicamente dei margini perchè la richiesta possa essere accolta. «Se sì, occorrerà avvalersi di competenze esterne, facendo attenzione a non buttare i soldi dalla finestra.» Ma ha ribadito che sarebbero comunque soldi ben spesi, «perché il rischio di infiltrazione mafiosa è corso da tutte le amministrazioni».
Ancora secondo Rao la costituzione di parte civile ha un significato etico ma anche valoriale, «per essere solidali verso coloro che hanno reso possibile l’avvio dell’indagine.» E da un punto di vista tecnico ha sottolineato la possibilità di valutare con la Provincia di Torino tempi, modalità e forme opportune.
Ma su una frase inserita nella mozione si è sviluppata l’ultima discussione.
Nel testo Rao ha riportato la frase «Molti di noi erano ben consapevoli», che non è piaciuta a molti componenti del Consiglio Comunale come i rappresentanti del PdL Neri e Petrachi, e Pagani dell’Italia dei Valori. «Non mi riconosco in queste parole, a chi si fa riferimento?» ha sostenuto Petrachi. Se si era a conoscenza di alcune situazioni a rischio, queste andavano denunciate: è questo, in sostanza, il pensiero di alcuni Consiglieri. Che dimenticano, come fatto rilevare da Rao, che alcuni esponenti della criminalità organizzata sono giunti in Canavese 30 anni fa in soggiorno obbligato e qui hanno iniziato la propria ramificazione. E sono spesso le stesse persone che hanno fatto avanti e indietro dal carcere e sono stati interessati a più riprese da inchieste di vario genere.
Al termine della discussone la mozione è stata approvata all’unanimità con alcune modifiche. La costituzione di parte civile sarà una eventualità da valutare anche con il supporto della Provincia e le parole “molti di noi erano ben consapevoli” sono state eliminate.

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