Scrivete i discorsi ai nostri politici!

IVREA – Per favore scrivete i discorsi ai nostri politici affinchè possano loro dire qualcosa di nuovo, e che gli applausi siano davvero meritati. La Sala Dorata del Municipio d’Ivrea è piena di gente; l’occasione la presentazione del piatto di San Savino, realizzato dalla ceramista Castellamontese Maria Teresa Rosa. Tra il pubblico i soliti volti, l’Ivrea bene, quella che nelle grandi occasioni non manca mai. Ma la tradizione è un’altra, quella contadina, quella del popolo, quella che vede protagonista il cavallo. Un rapporto uomo/animale che ha radici profonde nel tempo. Bello nell’aspetto, elegante nel portamento, forte nella muscolatura, questo stupendo esemplare è riuscito a farsi amare dalla popolazione locale, attraverso un legame che ancora oggi lo vede protagonista nelle grandi manifestazioni cittadine: dal Carnevale alla fiera di San Savino. E se la Festa di San Savino è  una Festa di popolo e Cavalli, quel popolo, lì in Municipio non c’era a festeggiare. Al tavolo d’onore il Sindaco della Città Carlo Della Pepa, Massimo Nicolotti, presidente dell’Associazione Festa e Fiera di San Savino, il Vescovo Monsignor Aldo Cerrato, accanto all’artista realizzatrice di un manufatto unico nel suo genere. E i ringraziamenti sono quelli di rito: al Comitato organizzatore, agli “J’Amis ad Piassa d’la Granaia”, a tutti coloro che a pieno titolo hanno lavorato per il bene della festa. “Questa è la dimostrazione di come l’apporto del volontariato – ha commentato il primo cittadino – sia importante. Senza i volontari tutto questo non potrebbe avvenire.” E tra le novità l’allungamento del percorso per valorizzare una parte della Città che arriva fino a San Lorenzo, per dire ha aggiunto il Sindaco: “Che le cose si costruiscono insieme”. E poi lo sguardo a quell’opera in ceramica, del tutto innovativa, in terra rossa di Castellamonte per sottolineare ciò che a parole certo non suona nuovo nel vocabolario di chi è abituato a governare le piccole realtà cittadine: “utilizzare un piatto di Castellamonte ad Ivrea, è importante nell’ottica di fare sistema, e questo ha un valore aggiunto.”, senza rendersi conto che l’unico valore aggiunto sarebbe quello di sentir dire meno scontatezze. Una battaglia persa in partenza che percepiscono in tanti. Soltanto pochi giorni fa nell’ambito di una conferenza stampa sul tema delle Ferrovie, l’onorevole Esposito ha sottolineato: “Purtroppo quello che sto percependo oggi più di ieri è che i territori non riescono ad essere coesi”. Oggi più di ieri, ha detto; ed ecco che questa terra, così bella, così ricca, a pochi km dalla città metropolitana, altro non è che un territorio frammentato, campanilistico, dove l’ottica di fare sistema, resta tale solo negli intenti. Non ci crede più nessuno, ma qualcuno ha ancora il coraggio di battere le mani.” Poi l’importanza di soffermarsi a riflettere anche sul Santo Patrono nel suo significato di protettore nei confronti delle pestilenze. Un modo per pensare che la sicurezza di ciascuno di noi sta nel vivere insieme, accomunata da valori profondi in un clima di amicizia e di festa, con l’augurio, ha detto ancora il Sindaco Della Pepa: “Di vivere momenti di leggerezza e fraternità” Un augurio che suona male a pochi giorni di distanza dalle polemiche a seguito della decisione da parte del Vescovo di Ivrea Monsignor Aldo Cerrato, di non consentire la terza edizione della iniziativa “Fiori per l’Assunta” per il solo fatto che quel volto della Vergine Maria ad alcuni laici e ad autorevoli sacerdoti, non era di estremo gradimento. Occorrerebbe un referendum popolare per stabilire l’importanza di una festa che ha saputo riunire tanta gente. “Le cose si costruiscono insieme” ha detto il primo cittadino, nell’ottica di fare sistema. Ma il sistema resta a portata di mano di soli pochi eletti. Da parte sua Monsignor Cerrato da pochi mesi in Città, ha commentato: “Stanno per finire le prime volte”: è toccato al Carnevale, ora a San Savino, ma per l’Assunta la prima volta non ci sarà. E l’augurio di vivere momenti di leggerezza e fraternità, è come resettato, svanito nel nulla, per un appuntamento a costo zero per la Diocesi e per il Comune. Si riposeranno le tante persone che per due anni hanno lavorato ore ed ore per permettere un Ferragosto diverso, in un momento di profonda crisi. In tanti resteranno in Città, ma quella piazza sarà un po’ più triste e un po’ più vuota. E chissà, forse un giorno leggeremo di una manifestazione intitolata “Fiori per l’Assunta”, in qualche altro luogo, lontano da Ivrea, che qualcuno saprà apprezzare. Beh! In fondo anche lasciarsi sfuggire un evento per donarlo a qualcun altro, è un modo generoso per fare sistema.
Karen Orfanelli

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