Stazione di Torino Porta Susa: il presente che diventa futuro (Guarda il video)

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TORINO – Misure di sicurezza eccezionali, gran numero di giornalisti e manifestanti all’esterno dell’area. Si è svolta la cerimonia di inaugurazione della Stazione di Torino Porta Susa, alla presenza del Presidente del Consiglio Mario Monti.
Fuori dalla Stazione manifestanti della De Tomaso, gruppi No Tav, un capannello della Lega Nord ed un gruppo di pazienti dell’Ospedale Valdese dove è stato smantellato il reparto di oncologia.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti è giunto a Porta Susa in treno. Breve la cerimonia con i discorsi dell’AD di Ferrovie dello Stato, Moretti, del Sindaco Fassino, del Presidente della Regione Cota e dello stesso Primo Ministro.
«La stazione e il passante ferroviario sono le più grandi opere che la città abbia conosciuto negli ultimi 20 anni, importanti per i collegamenti rapidi nazionali e internazionali» ha detto il Sindaco di Torino Fassino. Stazione, passante e Lingotto sono la metafora del cambiamento di Torino.
«Per un secolo Torino è stata una città industriale e produttiva, poi all’inizio degli anni ’80 ha fatto i conti con la globalizzazionme: un calo demografico da un milione e duecentomila abitanti e 10 milioni di metri quadri di aree industriali spogliate. Ma dagli anni ’90 Torino si è trasformata in un gigantesco cantiere che ha ridefinito la sua identità.»
«Torino si è reinventata – ha detto il Presidente della Regione Cota – ma noi soffriamo come sistema per la crisi marcata del nostri sistema industriale, non competitive con le altre aziende straniere. La stazione è una bella macchina nuova ma serve la benzina per fare funzionare la macchina.» Cota lo ha detto rivolgendosi a Monti: «Abbiamo bisogno di sviluppare il nostri sistema produttivo.»
«Davanti ai nostri occhi un’opera nuova ed una importante struttura» ha detto il Presidente del Consiglio Mario Monti. «È un simbolo della vita: il presente che diventa futuro, simbolo di un paese che ama la scoperta e sa rinnovarsi.» E Monti ha ricordato come la storia dell’Unità d’Italia nasca dalla ferrovia, dalle strade ferrate. Nel corso della mattinata, al termine del discorso del Presidente è stata inaugurata la stele in riferimento alle libertà concesse nel febbraio del 1948 dallo Statuto Albertino. «La stele non riproduce lo Statuto, ma il decreto che ne fu la base: concesso dal re, fu un atto che consenti al Piemonte di diventare guida indiscussa dell’Unità Italiana.»
«La Stazione nuova ci proietta verso il futuro ed è quello di cui ha bisogno l’Italia.Un paese che deve continuare a conservare una tradizione industriale importante» ha aggiunto Monti rivolgendosi a Cota.

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