Welfare: Anci Piemonte incontra i Parlamentari e i Consiglieri regionali

TORINO – Gli enti locali piemontesi lanciano un “SOS welfare” e, per raccoglierlo, hanno chiamato i nuovi parlamentari eletti nelle circoscrizioni della regione e consiglieri di Palazzo Lascaris.
L’intervento di Elide Tisi, Presidente della Consulta Welfare dell’Anci.
“Quello che vogliamo lanciare oggi è davvero un Sos che peraltro oggi è stato operativamente  promosso dall’Anci ma coordinato e congiunto con le autonomie locali, comunità montane e Unione delle province piemontesi,piccoli comuni in un percorso condiviso con il coordinamento dei consorzi socio assistenziali ma anche tutti gli altri attori che quotidianamente lavorano nel mondo dei servizi, organizzazioni sindacali, cooperative, gestori dei presidi  che operano in questo ambito
Due situazioni i gravità
Non autosufficienze. L’aumento dell’aspettativa di vita delle persone non deve peggiorare le condizioni di vita e di cura delle persone. Liste attesa  nostra regione non è molto diversa dalle persone effettivamente seguite. Indicativo della necessità in un momento in cui si discute di riorganizzazione sia posta una priorità della titolarità sia i servizi di territorio, sia per le strutture, valorizzandoli come strumento di possibile riconversione dell’economia sanitaria.
Altro aspetto peculiare è quello dell’aumento delle difficoltà delle famiglie. Quasi raddoppiato il numero delle perone che cerca occupazione (dato). Altro dato è quello della perdita della casa con un aumento dal 5 al 20% degli sfratti per morosità dovuti alla perdita del reddito delle famiglie. Questo appello lo lanciamo ai consiglieri regionali in un momento in cui si sta discutendo il bilancio e i parlamentari perché si prendano a cuore il problema del territorio in un momento in cui si rischia la riduzione del fondo per le non autosufficienze e per l’emergenza casa. Sappiamo che in sede di Conferenza stato regioni le risorse sono poche ma. siamo partiti con un miliardo e ora siamo al di sotto di 300 milioni di euro. Questo vuol dire che si rischia di non avere risorse economiche per affrontare i bisogni essenziali del territorio. Non c’è allarmismo ma c’è bisogno di una corresponsabilità istituzionale al di là dei colori politici o delle modalità di visione della problematica ma occorre trovare possibili soluzioni per i territori e soprattutto per i cittadini”.
 (dati tabella)
Avremo nei prossimi giorni un incontro con assessore Cavallera al quale presenteremo questi tre punti
• Necessità di regole certe per poter programmare
• Di avere una definizione di risorse
• Liquidità. Punto nodale che mette in ginocchio il sistema che è fragile. Un servizio alla persona fatto di persone che prestano il loro servizio e che rischiano di non essere pagate.
Peller: maggior parte enti gestori sono consorzi comuni passando dalla delega all’asl ai comuni che esercitano il loro ruolo sul controllo sociale. Battaglia trasversale dei sindaci per non lasciare che i Consorzi venissero soppressi. Uno studio di Anci Piemonte ha rilevato che il Consorzio Monviso solidale della provincia di Cuneo è arrivato ad avere in carico il 10% della popolazione che è uguale a quello di Torino. Siamo poi passati dai 170 milioni ai 114 del 2012 e non  sappiamo per il 2013. Le strutture sono ridotte ai minimi termini e sono stati effettuati tagli pesanti sulla prevenzione. Questo porterà pesanti ricadute per il possibile aumento di malattie. Stessa cosa per i minori che non possono essere tenuti dalle famiglie e che vanno ad aumentare i costi nel momento del loro inserimento in comunità. I tagli sono già stati fatti noi abbiamo cercato di rimodulare i servizi ma se si dovesse continuare non potremo più garantire l’erogazione dei servizi stessi.
Rappresentante mondo della cooperazione: il primo ragionamento da fare è che per noi è centrale di recuperare l’essenzialità del welfare. Assente in molte sedi. Bisogna arrivare all’emergenza sociale per creare confusione?
Un elemento di visione che portiamo avanti di un welfare di sviluppo. Non è solo assistenza, non è solo sostegno ma inclusione sociale. 30mila lavoratori. Numero significativo. Numero che è sempre stato in crescita. Ora sta avvenendo una contrazione con casi di cassa integrazione.
Aumento dei bisogni e una diminuzione delle risorse. Dobbiamo mettere mano a questo paradosso per mandare avanti il sistema. Non deve quindi mancare il sostegno pubblico. Il fondo nazionale deve essere garantito almeno a livelli di decenza. Occorre attivare delle politiche di outing per affrontare soprattutto l’emergenza abitativa per evitare pericolose speculazioni.
Un fondo per non autosufficienza regionale deve essere attivato quanto prima con risorse adeguate incrementando i servizi domiciliari e alle famiglie in loco che rappresentano un risparmio della spesa.
Chiediamo una maggiore collaborazione interistituzionale
Riteniamo necessaria la costituzione di un tetto di pagamento per evitare di trovarsi all’impossibilità di non  pagare gli stipendi a chi lavora
Organizzazioni sindacali: Contrastato il pano sanitario. Contrastato e contestato le sei federazioni (risorse a loro destinate per il fondo sociale). Lo stanziamento di 100 milioni annunciato non è ancora stato erogato da tutte le Asl. Fornitori penalizzati. Nel mondo delle cooperative l’80% è donna. Abbiamo bisogno di un confronto forte con l’istituzione. Siamo disponibili a concertare e vogliamo che il welfare diventi un volano di sviluppo. Ma siamo di fronte a una regione autoritaria e centralistica che non lavora con le altre istituzioni. I fondi stanziati non sono nulla i fronte ai bisogni reali. Non è mai stato attivato un tavolo di concertazione.
Stefano Lepri: le cose che ci avete detto sono note così com’è nota la possibilità i immaginare un visione politica. Purtroppo è amara verità ma non sappiamo cosa sta accadendo. Le trattative sono chiuse e in alto mare. Unica modesta strada quella di interpretare il sentimento di grande difficoltà e fatica in cui vivono persone del nostro Paese per sollecitare il Governo affinchè possa individuare una soluzione per intervenire con una procedura d’urgenza non più rinviabile. Presentare una mozione trasversale e condivisa di sostegno che possa fin da subito nell’emergenza povertà una questione su cui intervenire immediatamente perché possa destinare risorse adeguate. Invito i colleghi a stendere una mozione in questo senso.
Umberto D’Ottavio: La mia disponibilità a discutere su questo e su altri temi. Ruolo dei sindaci in questi temi è estremamente determinante ed è stato dimostrato di recente con il decreto sblocca-crediti alle imprese. Quelli di cui stiamo parlando sono tematiche nazionali che in Piemonte si acuiscono maggiormente per la sua conformità territoriale. Noi saremo il pungolo nelle nostre sedi per proporre e portare avanti la mozione urgente proposta da Lepri. La premessa per poter chiedere allo Stato è quella che ognuno deve fare la propria parte dai Comuni alle Regioni, attraverso una concertazione. Ma la condizione fondamentale è ch vengano attivati i fondi che sono stati congelati.”

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